Di nuovo; il primo giorno di scuola.

Mi guardai attorno, era davvero l'inizio... della fine la scula dinuovo il mio incubo peggiore, correre a scuola la mattina con la bici e il sax a penzoloni... arrivare, entrare, sentirsi il cancello che si chiude alle tue spalle, e già questa è una cosa inquietante, poi entrare nel grande e scintillante edificio, tra studenti perfetti e impeccabili, e mettersi adosso quella maschera di perfetta falsità... entrare nell'aula e sentire gli sguardi di tutte quelle persone che non conosco puntati su di me, e perchè? solo perchè sono la figlia di quella maledetta, dover sostenere le lezioni, sapendo di essere sempre sotto osservazione, quasi fossero tutti in attesa di un mio errore, uno sbaglio solo, pronti a puntare il dito. Odio andare a scuola, ma amo l'indipendenza conquistata... frequentare questa scuola, costa molta fatica, lavorare nel locale della signora Kasumi è stancante, ma far sfigurare mia madre in un concerto finita la scula non ha prezzo... sorrisi tra me e me,per la battuta, come fossi una pazza, solo per poco però infatti qualche secondo dopo ricomparve quella marmorea espressione, da me tanto odiata, ma così indispensabile...

Avevo appena messo piede nel grande cortile della scuola quando, camminando con la tipica camminata di chi è stato da poco scaraventato giù dal letto, arrivai ai piedi del monumento dedicato al "folletto" della musica... Rallentai ancora di più il mio passo fino a fermarmi. Mancava ancora qualche minuto al suono della campana che segnava l'inizio delle lezioni e così ne approfittai per riflettere.

Chissà come sarà quest'anno... Speriamo di conoscere un pò di gente nuova e soprattutto... Speriamo di essere ammessi al concorso...

Si! Ce la metterò tutta! dissi a voce non troppo alta.Non mi sarebbe piaciuto dare nell'occhio il primo giorno di scuola.
Poi mi accorsi che non ero l'unica a scervellarsi sul nuovo anno scolastico. A parte quei tipi super allegri e saltellanti fin dalla mattina, gli altri studenti nel cortile mi sembravano pensierosi almeno quanto me. Dopo aver scrutato un pò tutti, sperando di non essere l'unica con quell'aria da "addormentata/emozionata" ripresi a camminare verso il portone di ingresso dell'edificio.

Era davvero una situazione imbarazzante la scuola, contina fonte di incertezze e timori, la odiavo, in realtà la amavo perchè mi permetteva di farec ciò per la quale ero venuta al mondo, cioè suonare; ma la odiavo perchè mi costringeva a stare a contatto con quei ragazzi che nemmeno conoscevo tanto bene, ad un tratto una delle mie compagne di classe mi guardò con un sorriso poi alzò la mano in cenno di salutò, io le ricambiai il sorriso, piegando leggermente il volto verso destra... subito la ragazza che camminava a fianco della mia compagna di classe affermò...
« Hai salutato Masamune? wow anche a me piacerebbe conoscere la figlia di Kyoko Itawa ...»
Quelle parole mi fecero raggelare il sangue nelle vene, e il mio sguardo tornò apatico e inesistente... mi passai una mano tra i capelli, poi guardai alla mia destra, verso la porta d'entrata, dai vetri potevo vedere le folle di studenti della sezione generale che allegri camminavano verso la loro struttura, poi da quei vetri entrò una ragazza, la mia pace era stata interrotta, questo fece distogliere il mio sguardo che tornò a fissare il pavimento...

Arrivata al cancello mi feci coraggio ed entrai. Era la prima volta che varcavo la soglia dell'accademia, ero emozionata, ma allo stesso tempo impaurita. Davanti a me c'erano diversi gruppi di ragazzi, sia della sezione generale che del conservatorio. Tutti ridevano e scherzavano...

Speriamo di fare delle amicizie pensai guardandomi intorno.

Coraggio andiamo!!! dissi facendomi forza e incamminandomi verso il portone d'entrata.

Passando davanti alla statua dedicata al "folletto" della musica vidi una ragazza del mio stesso indirizzo che cercava di darsi coraggio per iniziare l'anno nuovo. La guardai e sorrisi.

Siamo tutti nella stessa barca!!! mi dissi passando oltre.

In tutta quella moltitudine di persone, io mi sentii osservata per un attimo. Ero ancora a pochi passi dalla statua del folletto e voltandomi indietro quasi per "guardarmi le spalle" mi accorsi di una ragazza che sorrideva verso di me. Aveva i capelli neri legati in due codine e indossava la divisa del conservatorio. Mi sembrava più piccola di età rispetto a me e pensai che per lei quello potesse essere "il primo giorno del primo anno all' accademia". Quasi per aiutarla a fare nuove amicizie, decisi di presentarmi:

Ciao! Piacere di conoscerti, mi chiamo Makiko Fuyumi!
Sei del primo anno?
E le sorrisi, aspettando la sua risposta.

Stavo per entrare nell'atrio quando sentii una voce dietro di me. Mi girai e vidi una ragazza con la mia stessa uniforme e i capelli lunghi neri.

Che ragazza carina mi dissi guardandola bene. Sembra anche simpatica!!!

Ero felice di fare la mia prima conoscenza all'interno dell'accademia così mi avvicinai alla ragazza e mi presentai.

Ciao, io mi chiamo Rika Akito, piacere di fare la tua conoscenza.
Si sono del primo anno e tu?

Sorrisi alla ragazza tendendo la mano per salutarla.

Io sono del terzo! Le risposi stringendole la mano che mi aveva teso.
Vedo che ti sei iscritta al conservatorio! Che strumento suoni?
Ero molto curiosa di conoscere quella ragazzina che da subito mi aveva ispirato tanta simpatia... E poi mi piaceva confrontarmi con sempre nuovi musicisti.
Avevamo ancora un pò di tempo per chiacchierare, quindi ne approfittai per fare la sua conoscenza.

Wow!!! Sei del terzo anno!!! Che bello!!! dissi sorridendo alla mia nuova amica mentre le stringevo la mano.

Si faccio anch'io il conservatorio!!! Suono il pianoforte da quando avevo 4 anni. Però adesso ho deciso che voglio imparare a suonare anche un altro strumento... feci una pausa e poi continuai ...sinceramente ho già deciso, voglio imparare a suonare il flauto dolce. E sorridesi.

Poi rivolta ancora alla ragazza.

E tu che strumento suoni?

Stupendo il pianoforte!
Io suono il flauto traverso!
Magari un giorno potremmo preparare qualche pezzo insieme!
Le proposi, tutta contenta di aver trovato una pianista. Mi era sempre piaciuto suonare accompagnata dalle note del piano.
Mio fratello suona il piano! Ma lui è già diplomato... Spesso è lui ad accompagnarmi durante i concerti...
Le raccontai.

Si mi piacerebbe tantissimo!!! Se hai bisogno di fare qualche esercizio, sono a tua completa disposizione.
Le dissi prendendole le mani.

Chissà che bello avere il fratello che suona insieme!!!
Io ne ho due, ma nessuno dei due è portato per la musica. Però in compenso sono bravissimi nello sport.
Le uniche volte che ho suonato con qualcuno sono stati i concerti che ho fatto con mia mamma.

Continuai a raccontarle.

Fantastico!
Esclamai, mentre ascoltavo il racconto della ragazza.
Tu dove abiti, Rika? Ehm... Rika-chan... Come posso chiamarti?
Le chiesi con un sorrisetto.
Avevo l'abitudine di chiamare le mie amiche con un diminutivo e non per cognome...
Come ti chiamano i tuoi amici??
Aspettavo le sue risposte... Ma poi mi accorsi che le avevo fatto veramente troppe domande, così mi scusai.

Rika-chan va benissimo!!! Tutti mi chiamano così!!!
Le dissi sorridendole.
Non ti preoccupare non mi stai dando fastidio.
Le dissi vedendo che si stava scusando per avermi chiesto troppe cose. Per rassicirarla le misi una mano sulla spalla.
Abito con i miei nella zona nord della città in una villetta, e tu?
Continuai a farle domande per sapere un po' di più sulla mia nuova amica.

Camminavo impettita nell'atrio della scuola, un paio di ragazzi mi fisavano inebetiti, erano davvero patetici... ad un tratto usrtai violentemente una ragazza cadendo per terra... mi rialzai un pò indolenzita dicendo davvero mortificata:
scusami davvero tanto, non ero attenta, non l'ho fatto a posta, scusami
mi passai una mano sul viso, un pò rossa...
in quel momento le porte dell'accademia si erano completamente aperte per far entrare tutti gli alievi, la ragazza che avevo urtato, aveva due pelle code, e non l'avevo mai vista nell'accademia

Mentre stavo ancora parlando con Makiko qualcosa mi urtò facendomi perdere per un attimo l'equilibrio.
Mi girai e vidi una bella ragazza con i capelli rossi a terra.
Ti sei fatta male?
le dissi porgendole la mano per aiutarla ad alzarsi.
Scusaci, è colpa nostra che ci siamo fermate qui in mezzo a parlare
continuai mortificata per l'accaduto.